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Il sangue e i suoi componenti sono a tutt’oggi dei presidi terapeutici insostituibili, di cui esiste tuttavia una risorsa limitata. Infatti il sangue che quotidianamente impieghiamo per la cura dei pazienti ematologici, proviene dalla donazione volontaria e gratuita di molte persone che compiono generosamente un atto di grande solidarietà umana. L’Italia è ancora un paese non autosufficiente e in questi ultimi anni, accanto ad un numero di donazioni rimasto pressoché invariato, c’è stato un incremento della richiesta dovuto all’impiego di terapie sempre più aggressive e protratte, che vengono usate nella cura di molte neoplasie ematologiche.
Queste ultime inoltre sono in deciso incremento come dimostrano i dati dei registri tumori esteri ed italiani; tale fenomeno si spiega solo in parte con l’aumento dell’età media, perché se è vero che molte malattie ematologiche sono più frequenti nell’età avanzata, l’aumento di incidenza che è stato osservato negli ultimi 15-20 anni, pone indubbi problemi di inquadramento. Per tali motivi è essenziale che vi sia una selezione attenta e rigorosa delle indicazioni all’utilizzo delle donazioni di sangue; in questa prospettiva si colloca il ruolo dei “Comitati per il Buon Uso del Sangue” presenti in tutte le aziende sanitarie. Ma questo non elimina la necessità di avere da parte di tutti gli operatori sanitari, una adesione consapevole a quelle che sono le linee guida più aggiornate, anche perché, accanto all’incremento di richiesta di sangue, in Ematologia si è diversificata e specializzata la necessità di singoli emocomponenti (ad es. piastrine), spesso manipolati (lavati, irradiati ecc), o emoderivati (basti pensare all’incremento di utilizzo delle immunoglobuline ad uso anticorpale).
Pertanto per salvare vite umane e per consentire i progressi della Scienza, è necessario che un numero sempre maggiore di persone in buona salute doni generosamente il proprio sangue. Ed è grazie anche all’opera silenziosa e costante di migliaia di donatori che oggi si riescono ad ottenere straordinari risultati nella guarigione di alcune malattie che sino a pochi anni or sono sembravano irraggiungibili.In realtà, da sempre ma ancor più negli ultimi anni, l’Ematologia si è posta come una specialità di confine tra la parte assistenziale e quella di ricerca biologica: le informazioni sulle caratteristiche genetiche delle malattie ematologiche, hanno consentito di veder nascere una nuova categoria di prodotti farmaceutici denominati “biologici”, ovvero farmaci che interferiscono con i meccanismi iologico-molecolari alla base della crescita tumorale. In questo senso l’Ematologia si è trovata a svolgere un vero ruolo di apripista anche per altre specialità (oncologia, reumatologia, ecc), coronando tale ruolo con risultati così interessanti e positivi che oggi la maggior parte delle malattie ematologiche può efficacemente essere curata.
Questo comporta un notevole incremento dei costi farmaceutici, poiché tali nuovi farmaci hanno caratteristiche radicalmente diverse da tutti gli altri e conseguentemente costi di sviluppo e produzione più elevati. Accanto a tali importanti oneri economici, talora il Servizio Sanitario deve farsi carico anche della non autosufficienza di emocomponenti ed emoderivati; e per paradosso, a volte accade che il fattore limitante sulle scelte terapeutiche da proporre ad un paziente, sia proprio la maggiore o minore consapevolezza di poter disporre di sangue e derivati in quantità idonea. Ciò per fortuna non accade nella nostra realtà locale e regionale, ma lo sviluppo prossimo delle terapie biologiche in Ematologia (e non solo) passerà attraverso un ulteriore sforzo di disponibilità da parte dei donatori e delle loro associazioni.
Ed è uno sforzo al quale noi tutti dovremo contribuire con una sconfinata gratitudine.
Dott. Enrico Capochiani
Tratto dall’oposcolo del corso di formazione “L’importanza di una donazione”

Ci sono cose che durano un attimo ma restano tutta la vita.
Raccontaci la tua prima volta. Scrivi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La nuova campagna di comunicazione di AVIS, è incentrata sul tema della “prima volta”.
Il concept della campagna si rivolge soprattutto ai neo donatori, mostrando come ci siano tante “prime volte” nella nostra vita che a volte possono persino spaventarci perché non ci sentiamo in grado di superarle, ma che poi ci regalano emozioni e felicità. La donazione del sangue rientra tra i comportamenti che, quando entrano a pieno titolo nei nostri comportamenti abituali, contribuiscono a definire in maniera significativa la nostra identità. In questo senso, alla prima volta – intesa come prima donazione – ne seguiranno moltissime altre.
La campagna si rivolge quindi anche a chi è già donatore: la prima donazione diventa così un momento fondamentale che fa parte della nostra storia, come quando abbiamo aperto gli occhi, siamo andati per la prima volta in bicicletta senza rotelle, abbiamo dato il primo bacio… e così via. La proposta prevede uno sviluppo più tradizionale su campagna stampa e affissione, ma anche più social con video (per campagna TV e web viral marketing), radio e social (blog e social network collegati).
Partecipa anche tu al racconto collettivo.

Il dono arriva alla maturità. Per i quasi 500.000 giovani impegnati oggi nella prova di italiano, una delle tracce a loro disposizione (tipologia b, saggio breve o articolo) ha riguardato proprio il dono.

Moltissimo sono gli spunti contenuti nella traccia: in ambito artistico ci sono la Donazione di Costantino (1248, Oratorio di San Silvestro) e i dipinti ‘Antioco e Stratonice’ (1774, di Jacques-Louis David) e l’Adorazione dei Magi, 1529, di Parmigianino.

Tra i testi, invece, sono proposti agli studenti “Il dono di Natale” (tratto da Le Novelle del 1930 di Grazia Deledda), “Meditazioni della vita offesa” di Theodor W. Adorno, Il dono al tempo di internet di Marco Aime e Anna Cossetta e “Cosa significa ricambiare? Dono e reciprocità”, di Mark Anspach.

Infine, c’è anche un significativo articolo di Vita No Profit che include le riflessioni su dono e reciprocità di Enzo Bianchi, al festival della filosofia di Carpi.

“Ci è piaciuta – commentano il presidente di AVIS Nazionale, Vincenzo Saturni, e la responsabile comunicazione, Claudia Firenze – questa scelta del Ministero di far riflettere i giovani sul tema del dono nelle sue mille sfaccettature. Ora, dopo le fatiche di questa prova e delle successive, ci piacerebbe che tanti di queste ragazze e ragazzi si avvicinassero concretamente alla donazione di sangue. Abbiamo un grande bisogno di loro e abbiamo appena lanciato la campagna ‘La prima volta’ proprio per avvicinarci con simpatia e con il sorriso sulle labbra alle loro emozioni”.

Un articolo sulla donazione del sangue del presidente Avis Nazionale Vincenzo Saturni 

Anche per quest’anno il CNS – Centro Nazionale Sangue – ha definito le zone nelle quali se soggiornato anche per una sola notte nel periodo dal 1^ Luglio al 30 Novembre 2014 si applica al donatore una sospensione di 28 giorni dalla donazione di sangue e di emocomponenti.

IN ALLEGATO I PAESI PER I QUALI SI ADOPERA LA SOSPENSIONE.

"I giovani dell'Avis chiamano i giovani"...

sembra essere solo un bellissimo slogan, invece pare essere sempre più una realtà nella nostra associazione, in quanto è necessario un rinnovamento; nuove idee devono nascere e nuovi programmi vanno attuati, chi meglio dei giovani può dare una svolta decisiva, cambiare il modo di pensare e agire in modo nuovo come pensano e credono i ragazzi di oggi?

Questo è quello che I'Avis vuole fare, questo è il proposito del gruppo giovani delI'Avis nelle nostra città: scegliere l'Avis e il gruppo giovani per concretizzare la propria disponibilità verso gli altri.

Un modo nuovo di stare insieme per costruire qualcosa, chiacchierare, ridere, scherzare e certamente crescere nel modo più sano possibile creando qualcosa nel buon nome dell'Avis, ecco cari ragazzi non iscritti, una motivazione per entrare a far parte della grande famiglia avisina, rendersi utili, crescere, maturarsi apprezzando di più le piccole cose di ogni giorno.

Il gruppo giovani può essere per voi il primo passo verso la strada della donazione di sangue, qui siamo tutti amici, si lavora insieme per sostenere ed appoggiare le tante iniziative che I'Avis porta avanti e che hanno bisogno proprio di noi giovani.

Il nostro punto di forza in cui crediamo maggiormente è rappresentato proprio dai giovani in cui noi crediamo, nel gruppo giovani troverete disponibilità, amicizia e certamente la maniera di attuare a pieno le vostre capacità.

Nel corso di questi anni molto abbiamo fatto, tante le manifestazioni e i momenti di sensibilizzazione al dono del sangue, curati proprio da noi giovani.

Memorabili anche i nostri incontri conviviali, perché spesso si parla e si ragiona meglio davanti ad una pizza che nella serietà di una sala assembleare. Molte le iniziative in cantiere che abbiamo intenzione di mettere in atto. ti aspettiamo allora...

Ciao e a presto!

Per informazioni, potete scriverci all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Goccioline Avis

(Santa Messa del Donatore ricorrenza Trentennale Fondazione Avis Comunale Soverato  - 01.12.2012-)

Omelia di Don Lindo Formato, Salesiano Sacerdote,  cofondatore Avis Comunale Soverato

 

1° Avvento. C  

“Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti. Come avete imparato il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù” (cfr 1Ts.3,12;4,1.2).

 

Paolo, nella lettera ai fedeli di Tessalonica descrive una modalità di comportamento del vero credente, partendo dalla sua esperienza di incontro con Gesù; fa capire che la vera chiamata del cristiano è diventare suo apostolo, un fedele, missionario, promotore, divulgatore.

Perfetto imitatore di Cristo, l’apostolo svolge un servizio, pronto a dare la vita per i suoi cristiani. La comunità è il luogo dove l’esperienza di Dio e l’esperienza della fraternità determinano e plasmano il modo di agire, di vivere, di relazionarsi reciprocamente, in un’atmosfera di famiglia.

Emerge la figura di Paolo afferrato dall’attenzione e dalla cura nei confronti della comunità di Tessalonica appena formata, la sua gioia non consiste nella soddisfazione umana che porta ad un certo successo, ma nel fatto che i credenti della città hanno incontrato il vero Dio, la cui Parola dà un senso pieno alla loro vita.

L’apostolo elogia la comunità, perché il loro esempio costituisce un formidabile veicolo alla diffusione della fede in Gesù. L’esempio vivo di una comunità credente vale più di molte parole. L’apostolo invita ad amare e ad essere anche modelli concreti negli ambienti in cui vive.

Volendo parafrasare questo brano di san Paolo, richiamo alcuni punti di riferimento che nel lontano agosto 1986 ho lasciato a questa Comunità parrocchiale: Conserva e fa crescere ciò che di buono hai visto e sentito. Sii pronto alla misericordia; sii caldo nell’accoglienza; sii in tutto cordiale.

Aggiungo, per la specificità dell’Associazione,  che l’impegno che viene profuso sia sempre caratterizzato dal senso pieno del servizio disinteressato e gratuito. Non è facile essere convinti di questo, non è semplice mostrare con la vita questo atteggiamento.

L’evangelista Luca stigmatizza questa modalità e stile di vita con un versetto che deve far pensare: “quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (cfr. Lc. 17,10).

contributo del nostro socio donatore, prof. Ulderico Nisticò- letterato e storico – redatto in occasione della festa del trentennale di fondazione della Comunale Avis Soverato (1-12-2012)


Mentre l’AVIS radunava volontari e raccoglieva sacche, a Soverato succedevano molte cose di diversa natura e diverso esito.

Negli anni 1980 l’impianto urbano della città si espandeva rapidamente. Nascevano: la zona detta allora 167, oggi comunemente via Amirante o cooperative; la Panoramica, che, concepita come zona residenziale di lusso,
diventò presto solo residenziale; la Cuturella e via Trento e Trieste; Turrati; mentre a Soverato Superiore si costruiva e verso il monte e verso il mare, ma sempre ai limiti della collina. Che la crescita topografica e demografica sia stata anche economica e sociale, chi scrive pensa il contrario: ma è un altro discorso. Il fervore di costruzioni e di trasferimento dai paesi interni verso Soverato venne a scemare già prima della fine del secolo scorso, e oggi può dirsi cessato. Si devono constatare anche esodi da Soverato verso centri costieri confinanti.
Veniva meno l’antico sistema dei commerci all’ingrosso, che aveva fatto la fortuna della Soverato ottocentesca e della prima metà del Novecento; e cresceva, anche eccessivamente, il numero degli esercizi al dettaglio. Si aprivano molti nuovi ristoranti e stabilimenti balneari; al contrario, e pessimo segno, molti alberghi venivano chiusi o trasformati in condomini. Si completava il sistema scolastico statale con Liceo Scientifico, Istituto Commerciale, Istituto Geometri, Alberghiero, non senza qualche problema logistico. Continuava la lunga storia del Liceo Classico salesiano; adeguandosi alle riorganizzazioni nazionali, l’Istituto Magistrale delle Suore salesiane si ristrutturava in corsi di Liceo pedagogico. Ebbero vita anche una Scuola per assistenti sociali, un Liceo linguistico e un Istituto per recupero anni scolastici.
Era un tempo in cui in Italia cresceva tutto il terziario possibile. Ecco a Soverato, dopo lunghissima attesa, il Presidio Ospedaliero, con Unità Sanitaria Locale e vari servizi sanitari; uffici pubblici finanziari e territoriali; le stazioni di Carabinieri e Finanza divennero rispettivamente Compagnia e Tenenza; seguiranno un Comando di Guardia Costiera, una delegazione di Polizia Stradale e un distaccamento di Vigili del fuoco.
Restava insoddisfatto il desiderio di sedi giudiziarie. In tempi più recenti, anche Soverato ha subito delle riduzioni di uffici e autonomie. Mentre si rinunciava alle Terme, distrutte dalla mareggiata e i resti rimossi, e ad altri progetti di troppo largo respiro, sorgevano il Teatro comunale, l’Acquario, la Villa comunale e il Giardino botanico.
Le scuole e gli uffici e servizi, molti presenti solo in Soverato, ne fanno una città di flussi e punto di riferimento di un vasto comprensorio dalle porte di Catanzaro al Basso Ionio, a più tratti della provincia di Reggio C. e di quella, istituita nel 1992, di Vibo V.
Irrisolto, rispetto a questa funzione, è il problema delle vie di comunicazione. La ferrovia ionica, giunta a Soverato nel 1875, subisce continue diminuzioni di traffico; l’ammodernamento della statale 106, quasi solo nominalmente detta E90, è poco più di una promessa, realizzatasi solo una bretella a monte della città; ed è lontana la Trasversale delle Serre.I trasporti marittimi, origine stessa dello sviluppo soveratese, sono un ricordo di belle fotografie.
L’informazione, pur con alterne vicende, è affidata a riviste locali, radio ed emittenti televisive. Sono stati pubblicati molti libri sulla storia di Soverato o su singoli argomenti cittadini.
Negli anni 1980 c’era ancora la Prima repubblica nel pieno della partitocrazia. Dal 1975 la vita politica comunale venne segnata da una dialettica tra democristiani e socialisti, con il sostegno precario di altri partiti e un rapporto ambivalente con i comunisti; unica opposizione, i missini, ma non senza tentazioni collaborazionistiche! Difficile seguire il turbinio di maggioranze e crisi periodiche e di fatto programmate, e qui ricordiamo i sindaci, a loro volta spesso presenze fugaci: 1979-82, Sandro Nisticò (Psi); 1982-83 Domenico Giorla (Dc); ancora Antonino Calabretta; 1985-88 Francesco Tiani (Dc); 1988-89, Antonio Caminiti (Dc); 1989-91 Giuseppe Gualtieri (Dc); 1991-93 Gerardo Pagano (Dc). Nel tempo della più o meno genuina Seconda repubblica, dal 1993 al 2001, Gianni Calabretta con il movimento composito Pedalando Volare; seguì Raffaele Mancini di centrodestra; e, dal 2011, è sindaco Leonardo Taverniti. Il quadro politico soveratese si è stabilizzato sul centrodestra come oggi s’intende. Secondo una cattiva tradizione, la città non riesce a esprimere una rappresentanza politica nazionale, e nemmeno un consigliere regionale, e il suo peso politico in Calabria è nettamente inferiore a quello economico e demografico.
Città in gran parte nuova, Soverato è priva di aggregazioni naturali e di parentele; nascono perciò le molte associazioni culturali e di volontariato, che, con diverse vocazioni e valenze, consentono incontri periodici e collaborazioni: l’AVIS è una di queste, e meritano ricordo anche Afadi, Banda Musicale, Biblioteca delle donne, Croce Rossa, Exallievi salesiani, Exallievi M. Ausiliatrice, Fidapa, Grillo, Lions, Misericordia, Mogli Medici, Proloco, Rotary, San Gerardo, Soroptmist, Unitalsi, Università Terza Età. Più recentemente hanno avuto vita i Quartieri.Molte e vivaci le manifestazioni culturali e di incontro: Carnevale, Convegni e conferenze, Feste religiose con programmi civili, Festival Magna Grecia, Giochi di Eutimo, Grandiosi spettacoli di teatro all’aperto (Resurrexit, Eutimo… ), Lunedì culturali, Presentazioni di libri, Sagre popolari, Stagioni teatrali del Comunale e del Grillo… Lo sport vedeva l’ascesa della Squadra di pallavolo in A2 e buon successo del calcio e altre discipline.
La Parrocchia di Soverato Marina, affidata dal 1941 ai Salesiani, costituisce con l’Oratorio un punto di riferimento anche sociale. La reggono, nel periodo considerato, i parroci don Alfonso Alfano, don Lindo Formato, don Luigi Benvegna, don Peppino Resta, don Rosario Adamo, don Italo Sammarro, don Tobia Carotenuto. Sono stati arcipreti di Soverato Superiore don Giorgio Pascolo, don Vincenzino Raspa, don Peppino Zoccali e nuovamente
don Pascolo.
Non sempre le vicende cittadine sono state liete. L’anno 2000 sarà ricordato per un evento naturale di nubifragio che, non senza responsabilità umane e di illegalità e di superficialità, causò tredici morti. Negli ultimi trent’anni la sociologia cittadina ha subito mutamenti che è bene considerare: prevale e cresce un ceto impiegatizio, di cui sono andati diminuendo negli anni il reddito relativo e lo stesso numero per effetto di pensionamenti e mancate sostituzioni. Il contesto produttivo non pare ai giovani aprire molte prospettive.
Pur con queste contraddizioni, Soverato resta la terza città della Provincia di Catanzaro, e ha in sé le energie morali e culturali per recuperare qualche passo indietro e tornare ad avanzare. Le associazioni di volontariato sono una delle sue più produttive energie.

Ulderico Nisticò

RELAZIONE DEL PRESIDENTE   1 DICEMBRE 2012-

A  nome del Consiglio Direttivo che ho l’onore di presiedere porgo un cordiale saluto e il più sentito ringraziamento per essere presenti alla Festa del trentennale della nostra  Comunale, alle autorità Civili, Religiose e Militari, alle donatrici e ai donatori.

Prima di iniziare i nostri festeggiamenti, Vi invito ad osservare un minuto di silenzio in memoria della nostra cara Presidente Onoraria Maria Antonietta Macrina, esempio di attenzione e dedizione agli altri, scomparsa lo scorso anno,  e di tutti i Donatori che non sono più tra noi.

TRENT’ANNI AL SERVIZIO DELLA VITA. È lo slogan che campeggia sulla locandina commemorativa del nostro trentennale che ben rappresenta l’impegno costante profuso nella diffusione della cultura della donazione del sangue, del far volontariato in silenzio, attivamente e nel pieno rispetto dell’altro-il malato-.

Le 40 persone che trent’anni fa si radunarono nei locali parrocchiali, in un periodo che si caratterizzava per la scarsa reperibilità del sangue  in loco e presso gli Ospedali di Catanzaro, e per l’ insano e innaturale commercio che scaturiva dall’importazione di sangue con pregiudizio della stessa salute degli ammalati,  sia pure animati da tanta fantasia e immaginazione, queste meravigliose persone,  non potevano concepire quale forza di realizzazione avrebbe avuto quel sogno che le aveva portate lì, il sogno di creare una rete di solidarietà che muovesse da un gesto piccolo, umile e concreto: il dono di parte del proprio sangue a favore di chi ne ha bisogno. 

E sono stati anche lungimiranti nell’aver concepito fondamentale e importante che anche a Soverato fosse l’Avis, come avveniva ormai da 55 anni in Italia, a promuovere la diffusione della cultura della donazione e della raccolta del sangue come gesto gratuito d’amore e di solidarietà civile.

Era il 5 febbbraio1982  e anche a Soverato nasceva l’Avis  grazie alla volontà di un gruppo di pionieri ed alla sensibilità del compianto Dott. Raffaele Notarangelo.

L’anno successivo, nel 1983, si stipulava una convenzione economica-sanitaria con l’ASL n. 20 di Soverato, la prima in Calabria: in tal modo si garantiva all’Ospedale di Soverato il sangue occorrente per gli interventi chirurgici e di primo soccorso.

Un’altra persona ha un ruolo fondamentale nella storia della nostra Avis, leggo da una nota della Presidente  Maria Antonietta Macrina “I primi anni della nostra vita avisina non sono stati facili: abbiamo dovuto superare diffidenze e ostacoli di varia natura… dobbiamo però dire che sul nostro cammino abbiamo incontrato un’altra persona stupenda la dott.ssa Galiano, allora primario al Centro Trasfusionale di Catanzaro. Si istaurò una fattiva collaborazione con il suddetto Centro che accolse la nostra iniziativa di effettuare le donazioni di sangue non presso lo stesso Centro Trasfusionale, ma sul territorio di competenza di Soverato, con unità mobile di raccolta”.

E' doveroso sottolineare che le attività di raccolta sangue, a cura di volontari soveratesi, sul territorio del comprensorio, sono antecedenti alla stessa costituzione della nostra Avis Comunale. Grazie alla preziosa collaborazione dell' Avis Comunale di Reggio Calabria, che ha avuto una parte attiva nella fondazione dell’’Avis di Soverato, si disponeva dell’Automoteca , un automezzo che consentiva di girare nei Comuni del comprensorio sensibilizzando le popolazioni alla donazione e raccogliendo il sangue.

Nel 1982 erano poche le sezioni Comunali Avis attive nella nostra Regione, soltanto a tre nell’allora provincia di Catanzato: Crotone, Vibo Valenzia e Soverato.

L’azione di sensibilizzazione degli avisini soveratesi è sta la spinta propulsiva per la nascita di diverse altre benemerite consorelle comunali  del nostro comprensorio( Chiaravalle C.le -1992-, Montepaone/Montauro -1992-, Petrizzi -1993-, Girifalco -1994-, Squillace -1994-, Badolato -1995-, Guardavalle -1999-, Gasperina -1999-). Che contribuiranno, assieme alla ben organizzata Avis Provinciale di Catanzaro, a far raggiungere nel 2003, e mantenere negli anni successivi,  alla nostra Calabria l’autosufficienza di sangue. 

L’Avis di Soverato, che sarà intestata alla compianta cofondatrice Rossella Anastasio,  fin dalle origine,  è stata attenta non solo alla crescita esterna della nostra Avis ma anche alla formazione di una classe dirigente motivata e responsabile. Gli incontri del Consiglio Direttivo  rappresentarono l’occasione propizia per fare comunità e formazione.  Una prassi consolidata e  favorita dalla circostanza che agli albori  avvenivano in casa della Presidente Maria Antonietta Macrina sempre ospitale, disponibile ed entusiasta da contagiare tutti i partecipanti.

I donatori aumentavano, l’autoemoteca ormai non era più sufficiente, c’era l’esigenza di disporre di un ambiente chiuso ove allestire una sala prelievi e dei locali per la sede sociale, luogo fisico visibile non solo per i componenti del Consiglio Direttivo, ma per tutti i soci donatori e sostenitori.

Ci venne incontro l’allora USL assegnandoci una stanza al Terzo Piano di un immobile sito in Via Giordano Bruno.   Così abbiamo avuto la nostra prima sede, un momento importante per l’Associazione e altamente gratificante. Poteva indurre ad una pausa, invece ha dato consapevolezza dei propri mezzi e rappresentato la spinta propulsiva per fare meglio e di più.

Nei nuovi locali si predisposero progetti vari per il coinvolgimento degli enti locali, associazioni e istituzioni,  si concepirono nuove e varie attività di divulgazione dell’Avis, del dono in generale e del sangue in particolare, di promozione  della cultura della salute e della solidarietà.

La “Festa della Primavera” ha rappresentato per diversi anni un momento di verifica, di promozione e di coinvolgimento dei donatori e della società civile.

l’Avis Comunale Soverato “Rossella Anastasio”  è stata sempre e rimane disponibile a forme di collaborazione con persone,  Associazioni, Enti e Istituzioni che si impegnano a sviluppare fortemente l’interesse della collettività  ai temi  della solidarietà come valore civico e favorire l’acquisizione di abilità e competenze perché si possa decidere autonomamente in libertà e assumere le proprie responsabilità anche verso temi di rilevanza sociale come la donazione di sangue.  

Nascono su questi presupposti diverse preziose collaborazioni:

Con le parrocchie, i cui locali sono stati e in alcuni casi restano ancora, punti di raccolta.

Con le Amministrazione Comunali- quella di Soverato e Satriano dedicheranno una via cittadina “ai Donatori di sangue”, con  le Pro-loco, con altre Associazioni culturali: A Ruga  e Davoli- Gruppo Incontro  Biblioteca Davoli- ASCA(Associazione della Cultura e dell’Arte Soverato); con il Lions Club di Soverato che nel 1993  si rende promotore di una sottoscrizione per l’acquisto di un’ambulanza.

Con l’Arma dei Carabinieri  nei locali della cui compagnia è orma tradizione  organizzare  più volte all’anno giornate di raccolta aperte anche ai civili oltre che agli altri  agenti delle Forze Armate, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.

Con le Scuole in cui da numerosi anni ( -Istituto Tecnico Superiore “Giovanni  Malafarina”  e’Istituto Alberghiero  di Soverato- ) ci viene  consentito di dialogare con gli studenti sui temi della solidarietà, della donazione del sangue e della cittadinanza attiva e responsabile, una prassi iniziata dallo scoro anno anche nel Liceo Scientifico, nell’Istituto Tecnico Commerciale e nell’Istituto Comprensivo Soverato 1 di Via Olimpia.

Non è mancata la generosità di privati che hanno  messo a nostra disposizione proprie strutture ove ubicare temporanei punti di raccolta: Dr. Antonio Matozzo e dr.  Sergio Rispoli.

OGGI l’Avis Comunale Soverato “Rossella Anastasio” svolge la sua attività sociale sul territorio dei quattro comuni di Soverato-Satriano-San Sostene e Davoli nell’ambito di una popolazione di circa 20.000 abitanti.

I nostri donatori sono 665 di cui 211 donne e 454 uomini. I soci tesserati sono 467 e i soci collaboratori sono 5 .

11 sono i componenti del Consiglio Direttivo.

La raccolta a fine 2011 è stata di 1.062 unità di sangue, un lusinghiero risultato che andremo a replicare anche nel corrente anno essendo la raccolta già attestata a quota 1.110 unita.

Ciò ci rafforza nel convincimento che la politica di promulgazione del dono del sangue finora svolta va nella giusta direzione. Siamo altresì consapevole che molto probabilmente questo in futuro prossimo, che è domani, non basta più.

Entro il 2014 tutti i punti di raccolta sangue dovranno essere adeguati alla nuova normativa sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per le attività trasfusionali. Stiamo sbarcando in un mondo che cambierà il modo della raccolta del sangue, cambiamenti, conseguenza dell’applicazione di norme comunitarie e nazionali, adottati, è bene ribadirlo,  a garanzia esclusivamente del donatore, della qualità del sangue e quindi del ricevente.

Questo nuovo approccio alla donazione che auspichiamo possa ottenere la più vasta condivisione dei donatori,  potrà costituire l’occasione per favorire,  in una auspicata riorganizzazione del sistema sanitario e quindi trasfusionale calabrese,  la cultura della donazione in aferesi, meno invasiva, mirata ed intelligente che contribuirà al perseguimento dell’importante e fondamentale obbiettivo: l’autosufficienza di plasma.

In questo contesto stiamo verificando, assieme alle Istituzioni locali,  quali concrete possibilità abbiamo di realizzare una sede sociale conforme ai dettami normativi che, promuovendo più efficacemente l’immagine dell’Avis sul territorio, sia riferimento non solo del donatore ma di tutta la popolazione che vive nel nostro ambito operativo e di cui interpreta le necessità.

Concludendo rinnovo il mio grazie ai soci fondatori per la felice intuizione di affidare all’Avis la funzione di promulgazione della cultura della donazione e della raccolta sangue e ai tanti generosi donatori che hanno aderito in questi trent’anni e che hanno reso possibile un miracolo d’amore: la raccolta anonima, associata, periodica e gratuita, di migliaia di sacche di sangue che hanno alleviato tante sofferenze e salvato  vite umane.

Rocco Chiaravalloti

Presidente Avis Comunale “Rossella Anastasio” Soverato