Pubblicate sul sito del ministero della Salute le nuove Linee guida del Centro nazionale sangue per “l’adozione di ulteriori misure per la sicurezza del sangue e degli emocomponenti”. Si tratta, in particolare, di indicazioni per la gestione degli emocomponenti prodotti e dei test di screening sierologici per HBV, HCV, HIV e Lue e dei test molecolari per HBV, HCV e HIV, di qualificazione biologica del sangue e degli emocomponenti, svolta sotto la diretta responsabilità di un dirigente medico o biologo, che vanno, appunto, ad aggiungersi alle prescrizioni previste dalla normativa vigente e che devono essere applicate “puntualmente su tutto il territorio nazionale”, si legge nel documento.
Ecco una sintesi dei contenuti delle linee guida:
1. Indicazioni per il laboratorio di qualificazione biologica che rileva una iniziale reattività di un test di screening.
2. Con riferimento al plasma raccolto a decorrere dal 1° ottobre 2014, la data di raccolta delle unità di plasma costituenti ogni singolo invio all’industria non può essere più di 180 giorni antecedente la data di ritiro/conferimento.
3. Con riferimento al plasma raccolto a decorrere dal 1° ottobre 2014, i Servizi Trasfusionali, contestualmente all’invio del plasma alla lavorazione industriale, inviano una provetta-campione di sangue corrispondente ad ogni unità di plasma conferita all’industria.
4. A decorrere dal 1° gennaio 2015, i sistemi gestionali informatici in uso nelle Strutture trasfusionali generano, in fase di raccolta, per ogni unità di sangue intero e di emocomponenti, etichette con codice identificativo univoco conforme a quanto previsto dalla norma UNI 10529 per l’etichetta definitiva, con l’eccezione della lettera “I” (Italia), quale elemento di diversificazione dell’etichetta di prelievo da quella finale di validazione, da applicare in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Confermata l’obbligatorietà della sistematica applicazione del controllo informatizzato della corrispondenza univoca fra le due etichette (barcode check).
5. Le Strutture regionali di coordinamento per le attività trasfusionali (Src) garantiscono la sistematica applicazione delle disposizioni contenute nella presente Linea guida ed il Centro nazionale sangue, attraverso le Strutture stesse, ne raccoglie le evidenze essenziali.
6. L’azienda convenzionata raccoglie i dati inerenti alla mancata applicazione di alcune delle indicazioni di della presente Linea Guida e fornisce alle SRC e al Centro nazionale sangue appositi report trimestrali entro il mese successivo alla scadenza di ciascun trimestre solare, a decorrere dal mese di gennaio 2015.
7. Sono confermate le prescrizioni e raccomandazioni di cui alla Linea Guida CNS 01 Rev.1 del 22 dicembre 2008.
fonte: Quotidiano Sanità
E'disponibile da oggi sul sito l'edizione completa e scaricabile del Libro bianco sul sistema trasfusionale.
Edito da Franco Angeli e presentato per la prima volta all'Associazione durante l'Assemblea generale di Rimini del 2013, questo documento è il frutto della collaborazione tra AVIS e Cergas Bocconi.
Il volume si propone di offrire ai lettori una fotografia puntuale ed aggiornata del Sistema trasfusionale italiano, visto dal punto di vista di AVIS.
Questo testo nasce dalla consapevolezza che il sistema trasfusionale italiano presenta notevoli peculiarità nello scenario internazionale, in tema di stretta sinergia tra i diversi attori – volontariato organizzato del sangue, istituzioni, operatori del settore – e la completa convergenza degliobiettivi da perseguire: mettere a disposizione delle persone malate adeguate quantità di emocomponentie plasmaderivati delle massime qualità e sicurezza frutto del dono di milioni di volontari periodici, non remunerati, anonimi, responsabili ed associati.
Non manca in ogni giornata di raccolta la presenza di nuovi donatori, giovani sensibili ai bisogni degli ammalati che con responsabilità e senso civico intendono partecipare con un piccolo gesto -la donazione di sangue- alla realizzazione di un grande progetto: la disponibilità di sangue -patrimonio di solidarietà a cui tutti possiamo attingere nel momento del bisogno.
Si è svolta nella mattinata di domenica 13 luglio, presso la nostra sede in Via Cesare Battisti n. 26 - Soverato- la programmata raccolta di sangue. 27 le unità di sangue intero raccolte che come prescritto sono state prontamente trasferite al Centro Trasfusionale dell'Ospedale di Catanzaro a cura del corriere di Avis Provinciale Catanzaro. Questa comunale è fortemente impegnata a sensibilizzare la comunità sull'importanza del dono del sangue che assume una rilevanza particolare nel periodo estivo. Per tale motivo riteniamo che il risultato odierno va nella giusta direzione, segnala l'attenzione dei nostri donatori consapevoli che nel periodo estivo la carenza di sangue si fa sentire in maniera preponderante e quindi diviene fondamentale non disertare la donazione ma adoperarsi a gestire il proprio tempo e fare la donazione prima di andare in vacanza e magari, per chi in vacanza è già presso di noi, recarsi nei punti di raccolta disseminati sul territorio e organizzati dall’Avis ed effettuare la donazione. Il punto di raccolta dell’Avis Comunale Soverato “Rossella Anastasio” è in Soverato Via C. Battisti n. 26.
L'accoglienza e il ristoro post-donazione sono stati curati con meticolosa professionalità dall’equipe avisina costituita dalla Segretaria del sodalizio Isabella Giglio, da Concetta Martino corriere di Avis Provinciale Catanzaro e da Elsa Sgro e Francesca Froiio volontarie del Servizio Civile Nazionale, coordinate dalla Vice Presidente Vicaria Manola Bullese che entusiasta del risultato dichiara: ringrazio tutti i donatori partecipanti che ancora una volta concretamente si sono prestati a dare sollievo agli ammalati e contribuire a contrastare l’emergenza sangue che puntualmente si ripresenta nel periodo estivo durante il quale si avverte un calo di donazioni, mentre il bisogno di sangue aumenta, anche per il maggior flusso di turisti e per il fabbisogno di servizi come, ad esempio, l'alta chirurgia e i trapianti. Donare il sangue significa davvero salvare una vita o addirittura più vite. Se nessuno lo facesse, molti bambini malati di leucemia non potrebbero sopravvivere, così come le persone in gravi condizioni dopo un incidente. Donare sangue periodicamente, conclude la Vice Presidente avisina, garantisce a noi, donatori potenziali, un controllo costante del nostro stato di salute, attraverso visite sanitarie e accurati esami di laboratorio. Abbiamo così la possibilità di conoscere il nostro organismo e di vivere con maggiore tranquillità, sapendo che una buona diagnosi precoce eviterà l'aggravarsi di disturbi latenti.
L'apprezzatissima dott.ssa Assunta Ericina ha coordinato l’equipe sanitaria formata dagli infermieri Tiziana Venoso e Piero Sanso.
Quattro i donatori dichiarati dalla dott.ssa Ericina temporaneamente non idoenei.
A tutti ancora un ringraziamento.
La prossima giornata di raccolta è fissata per domenica 27 presso la sede avisina sita in Soverato via C. Battisti n. 26 con inizio ore 7.30 fino alle 11.30
E’ bene ricordare che tutti possiamo donare il sangue, basta essere in buono stato di salute. Avere un’età compresa fra 18 e 60 anni e pesare almeno 50 kg. Il mattino del prelievo si può aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati. Le donne che hanno in corso una terapia anticoncezionale non devono sospenderne l’assunzione quotidiana.
Oggi abbiamo raccolto 27 unità di sangue a Davoli Marina.
GRAZIE ZIE a tutti i nostri DONATORI che hanno preferito al mare effettuare il gesto nobile anonimo e solidale del dono del sangue consapevoli che donare sangue in estate e' ancora più importante perché la malattia non va in ferie e l'emergenza estiva che puntualmente si ripresenta si può contrastare proprio con la partecipazione alle giornate di raccolta organizzate sul territorio dall'AVIS.
2 nuovi donatori.
Grazie a don Gregorio per la collaborazione e per la disponibilità a ospitarci nei locali parrocchiali.
Prossima raccolta a Soverato sede domenica 13 dalle ore 7.30 alle 11.30. Ricordiamo: Donare sangue in estate e' ..... ancora piú importante.
Donare il sangue è un gesto di solidarietà... Significa dire con i fatti che la vita di chi sta soffrendo mi preoccupa
Il sangue non è riproducibile in laboratorio ma è indispensabile alla vita. Indispensabile nei servizi di primo soccorso, in chirurgia nella cura di alcune malattie tra le quali quelle oncologiche e nei trapianti
Tutti domani potremmo avere bisogno di sangue per qualche motivo. Anche tu. La disponibilità di sangue è un patrimonio collettivo di solidarietà da cui ognuno può attingere nei momenti di necessità. L’intervallo minimo, tra una donazione di sangue intero e la successiva, è di 90 giorni per gli uomini e di 180 giorni per le donne in età fertile.
Le donazioni di donatori periodici, volontari, anonimi, non retribuiti e consapevoli... rappresentano una garanzia per la salute di chi riceve e di chi dona.
In estate, con le ferie, gli svaghi, i divertimento, le distrazioni e il riposo si ripresenta puntuale l'emergenza sangue. Le malattie purtroppo non vanno in ferie e gli ammalati anche in estate hanno bisogno di cure, di assistenza e di emoderivati. ......un motivo in più per partecipare alla giornata della raccolta sangue ! Ti aspettiamo
Il carcinoma del collo dell’utero: quale prevenzione?
Cos’ è il virus HPV?
E’ un virus che infetta la cute e le mucose di uomini e donne. In realtà si tratta di un grande gruppo di virus (gruppo papilloma-virus) che conta circa un centinaio di tipi geneticamente simili ma distinti tra loro. Alcuni tipi infettano la cute causando verruche, altri invece colpiscono le mucose ed in particolare le mucose del tratto genitale della donna ove possono determinare l’insorgenza di condilomi (lesioni benigne) ma anche di lesioni molto gravi, se l’infezione persiste nel tempo.
Come si contrae l’infezione?
L’infezione da HPV, riferendosi all’infezione delle vie genitali, è la più comune infezione virale sessualmente trasmessa, si calcola che fino all’80% delle donne sessualmente attive contraggono l’infezione entro il 50° anno di vita. Nella stragrande maggioranza dei casi l’infezione è asintomatica e viene contratta dalla donna attraverso un rapporto penetrativo con un maschio infetto, che difficilmente si ammala. Non si esclude che la trasmissione possa avvenire anche attraverso altre modalità di rapporto.
Il virus può causare il cancro?
L’infezione delle vie genitali della donna con alcuni tipi di virus (in particolare il 16 ed il 18) è la condizione necessaria affinchè si possa sviluppare il carcinoma della cervice uterina. E’ importante però sottolineare che mentre l’infezione virale è un evento comunissimo, il cancro è una complicanza rara dell’infezione che solitamente interviene a distanza di anni dal contagio. In altre parole la stragrande maggioranza delle infezioni con virus HPV si conclude con l’eliminazione spontanea del virus dall’organismo senza alcuna terapia e senza conseguenze per la donna.
Ma…adesso c’è il vaccino che previene l’infezione e quindi anche il cancro…!?
Il vaccino anti-HPV ( anzi i vaccini, poichè sono due) è in grado di prevenire solo l’infezione da alcuni tipi di virus ed in particolare i tipi 16 e 18. Il vaccino è molto efficace, sicuro e ben tollerato ma non tutti i carcinomi della cervice uterina sono una complicanza dell’infezione con il virus 16 e 18: anche altri tipi di virus HPV, seppur meno diffusi nella popolazione, sono in grado di determinare infezioni a rischio di evoluzione verso il cancro, e verso quest’ ultimi il vaccino non offre alcuna immunoprotezione.
Allora il vaccino non serve?
Il vaccino è un prezioso strumento di prevenzione primaria ed è molto efficace nel prevenire circa il 75% dei carcinomi del collo dell’utero ( Clifford 2006) ma rimane assolutamente necessario che le donne continuino a sottoporsi allo screening con Pap test, sia le donne vaccinate che le donne che non si siano sottoposte alla vaccinazione. Il vaccino e lo screening sono strategie vincenti ma complementari, vale a dire che l’una non esclude l’altra.
Il vaccino è rivolto a tutte le donne? E i maschi?
La vaccinazione dei maschi non è attualmente raccomandata, nonostante ci sia l’indicazione delle case farmaceutiche. Perquanto riguarda la donna, l’efficacia del vaccino è ottima se la donna non è già stata infettata dal virus e quindi la raccomandazione è forte in età puberale (10-12 anni) prima dell’inizio dell’attività sessuale. L’efficacia per donne sessualmente attive in fasce d’età successive e fino a 26 anni è risultata molto inferiore. Costa molto il vaccino? Al pubblico un intero ciclo vaccinale (tre dosi) costa oltre i 500 euro.
Allora il vecchio Pap-test è utile?
Assolutamente si. Il pap test è ad oggi l’unico strumento di prevenzione in grado di diminuire la mortalità specifica per carcinoma della cervice uterina. Con il Pap test si evidenziano quelle alterazioni cellulari provocate dal virus HPV che possono con il tempo trasformarsi in cancro. La diagnosi precoce con il pap test consente di identificare le alterazioni e quindi di eliminarle con terapie opportune. Il vaccino è un potente strumento di prevenzione primaria che darà sicuramente importanti benefici ma i vaccini attualmente disponibili, come ho già detto, non sono in grado di prevenire l’infezione da tutti i tipi di virus HPV potenzialmente pericolosi per lo sviluppo del cancro. Inoltre non tutte le donne possono essere sottoposte alla vaccinazione, e molte donne sottoposte alla vaccinazione potrebbero essere già state infettate dal virus, di tipo vaccinale e non. Quindi se mi è consentito concluderei consigliando vivamente alla popolazione femminile di non trascurare l’invito delle aziende Sanitarie a sottoporsi al test di screening, cioè al pap test.
Prevenzione delle malattie legati ai viaggi
Il fenomeno del turismo mondiale è in grande espansione da molti anni (con una flessione temporalmente limitata dovuta all’attentato delle torri gemelle del 2001). Dati riferiti all’anno appena trascorso stimano in oltre 800 milioni/anno i viaggiatori per turismo nel mondo, di questi 5 milioni sono Italiani (fonte: “turismo e finanza.it”): questi numeri non tengono conto dei viaggi per lavoro e dei flussi migratori ma danno l’idea dell’importanza del fenomeno e degli eventuali problemi ad esso correlati.
Prima di mettersi in viaggio è utile seguire alcune norme che possono evitare di trasformare una piacevole occasione in una esperienza negativa o, per fortuna più raramente, anche pericolosa. Alcune di queste norme sono valide per tutti e per ogni viaggio, poi vi sono aspetti peculiari per singoli viaggiatori ed aree geografiche specifiche.
Consigli generali prima di partire
Almeno un mese e mezzo prima (ricordiamo che, quando necessarie, le vaccinazioni necessitano di alcune settimane prima di diventare efficaci) rivolgersi al Medico di famiglia per avere informazioni su: farmaci da portarsi dietro, norme igieniche e stili di vita da seguire (comprese le relazioni sessuali), eventuali patologie che controindichino l’utilizzo dell’aereo (es. malattie cardiovascolari non compensate), norme in caso di eventuale stato di gravidanza, vaccinazioni e chemioprofilassi consigliate; il Curante o direttamente l’interessato può decidere di rivolgersi poi alle strutture pubbliche che, nella nostra città, sono: Servizio di Igiene Pubblica (Borgo San Jacopo n° 59, Tel: 0586.223577, informazioni/vaccinazioni), Ufficio Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (Via Strozzi n°1, Tel: 0586.894000, informazioni/vaccinazione febbre gialla) e U.O.Malattie Infettive (Ospedale Livorno. Tel: 0586.223050, con medico sempre reperibile, per consulenze sia prima della partenza che al ritorno dal viaggio in caso di problemi clinici). Altra buona regola è quella di tutelarsi dal punto di vista assicurativo: per es. la nuova tessera sanitaria (in versione card) vale per tutti i paesi area UE (sostituisce il modello E111 o carta verde), vi sono poi paesi (USA in primis) dove la necessità di una prestazione sanitaria, anche banale, può trasformarsi in un impegno finanziario gravoso.
Provvedimenti specifici per il tipo di viaggio
Per quanto riguarda le vaccinazioni, si può dire in generale (una trattazione particolare è al di là dello scopo di questo breve articolo) che ve ne sono alcune obbligatorie per certi paesi di destinazione (es. febbre gialla), altre che si consigliano fortemente (es. epatite A), altre ancora limitate a situazioni molto particolari (es. rabbia, encefalite giapponese), infine alcune che non hanno dimostrato un vantaggio nel rapporto costo-beneficio (es. tbc, colera). Per quanto riguarda invece le chemioprofilassi queste riguardano essenzialmente: 1. la diarrea del viaggiatore: è una evenienza molto comune, soprattutto per chi viaggia nei paesi tropicali, colpisce un terzo circa dei turisti ed è causata da batteri, protozoi e virus spesso presenti anche nelle nostre zone anche se antigenicamente differenti. Nella maggior parte dei casi è autolimitantesi (24-48 h) e non richiede trattamento antibiotico ma solo idratazione (eventualmente loperamide per 1-2 giorni per alleviare il disagio alla vacanza), più raramente è accompagnata da febbre e altri sintomi di interessamento generale ed in questo caso è indicato assumere un antibiotico (ciprofloxacina il più efficace, 500 mg due volte al giorno, non sotto i 18 anni di età) 2. la malaria: evenienza non rara dato che ogni anno si contano dai 50 ai 70 casi (tutti di importazione) nella Regione Toscana (fonte: Bollettino Epidemiologico Regionale); a Livorno sono stati notificati 74 casi dal 1991 al 2004 (nella maggior parte ricoverati nella UO Malattie Infettive) con una media di 5,3 casi/anno, tra cui un caso ad esito infausto per malaria cerebrale. L’evento sottolinea l’importanza da una parte, di una corretta chemiprofilassi (preferibilmente da stabilire con una struttura specialistica), dall’altra della non sottovalutazione di sintomi anche banali (la febbre in primis) al ritorno da zona endemica. Infatti una diagnosi precoce, eseguibile facilmente con l’esame di una goccia di sangue su vetrino e quindi una precoce terapia, portano quasi sempre alla guarigione in tempi rapidi; la chemioprofilassi, pur necessaria ed efficace, non comporta il 100% di sicurezza per la presenza di parassiti resistenti ai farmaci utilizzati. Oggi abbiamo comunque a disposizione vari preparati (clorochina, meflochina, proguanil/atovaquone; promettente poi l’artemisina) che il medico esperto saprà di volta in volta consigliare.
Infine, per alcune malattie virali trasmesse da zanzare, attualmente molto diffuse in alcune zone dove hanno assunto caratteristiche epidemiche, esiste solo la prevenzione limitando, con opportuni accorgimenti, la puntura dei vettori; un esempio classico di quanto sopra sono due malattie come la Dengue e la Chikungunia (di quest’ultima è passata alle cronache recenti una epidemia autoctona nel Ravennate), di cui alcuni casi sono stati identificati anche a Livorno dal nostro Reparto Infettivi; sono malattie nella maggior parte dei casi a risoluzione spontanea ma che possono tranquillamente rovinare una vacanza o dare problemi più seri in soggetti debilitati.
Vorrei concludere con un messaggio positivo dato che, seguendo alcune regole elementari, tra cui in primo luogo una corretta ed aggiornata informazione scientifica, la vacanza può tranquillamente essere quella che ognuno si aspetta. Questi variano a seconda del paese di destinazione, modalità di alloggiamento, periodo dell’anno, itinerario (zone urbane o rurali), condizioni individuali, etc. In questi casi può essere utile rivolgersi ai centri specialistici citati che hanno la possibilità di esaminare la situazione per singolo paese; meno consigliabile è “il fai da te” consultando vari siti internet sull’argomento; se ne riportano comunque alcuni tra i più affidabili: “viaggiesalute.org”, “viaggiaresicuri.it” (in collaborazione con il Ministero della Sanità che fornisce anche indicazioni non strettamente sanitarie) per quanto riguarda quelli Italiani e “www.istm.org” e “www.cdc.org” (cliccare poi su traveler’s health) per quanto riguarda quelli stranieri/anglosassoni.
Dr. Riccardo Pardelli
UO Malattie Infettive ASL 6 Livorno
È noto che nelle società occidentali l’etanolo è la sostanza psicoattiva maggiormente soggetta ad abuso. L’alcol ed i suoi problemi connessi alla sua assunzione sono argomenti di attualità soprattutto per quel che riguarda gli aspetti medico-legali.
La novità più marcata è la variazione della normativa del nuovo Codice della strada che stabilisce il livello consentito di alcolemia per i guidatori, che da 0,8 g/L è passato a 0,5 g/L. La nuova norma, avvicinando l’Italia ad altri Paesi Europei, rappresenta una risposta alla tutela della salute individuale e collettiva, se si pensa che le statistiche nazionali indicano l’alcol come responsabile di circa il 30% degli incidenti (circa 2000 morti) che avvengono ogni anno, soprattutto durante i week-end, in particolari fasce orarie (quelle notturne) e riguardano generalmente giovani.
L’alcol etilico, di solito assunto per via orale, viene assorbito rapidamente dallo stomaco e intestino in 2 – 6 ore, in funzione della presenza di cibo, il tempo impiegato per l’ingestione della bevanda, la variabilità biologica fra gli individui. Appena assorbito si distribuisce rapidamente in tutti i tessuti del corpo superando la barriera ematoencefalica e quella placentare. Dopo 20 minuti dall’assunzione, l’alcol raggiunge la massima concentrazione plasmatica, saliva ed espirato seguono da vicino le variazioni della sua concentrazione, mentre le urine raggiungono un massimo solo dopo 2 ore. Urine ed aria rappresentano le vie principali di eliminazione.
Dopo l’assorbimento l’etanolo viene metabolizzato per lo più dal fegato (80%), ed in misura minore dalla mucosa gastrica, polmone e rene. L’alcol apporta circa 7 Kcal/gr, non rappresenta un nutriente e il suo consumo spropositato danneggia fegato e SNC.
La Legislazione Italiana non considera reato il consumo di alcol a meno che il bevitore non debba porsi alla guida di un autoveicolo (D.L. 30 Aprile 1992). Il sospetto di tale reato autorizza gli organi preposti ad effettuare l’accertamento di “alterazione psico-fisica” dovuta ad alcol, accertamento che deve essere effettuato con strumenti e procedure dettate dal regolamento(DPR 16 Dicembre1992).
L’accertamento viene effettuato mediante l’analisi dell’aria alveolare espirata, con l’etilometro. I risultati ottenuti correlano con la concentrazione presente nel sangue. Per legge devono essere eseguite due misure con intervallo di 15’ l’una dall’altra e i due valori devono essere concordi. L’eventuale determinazione di alcolemia,può avvenire solo dopo consenso del soggetto in causa. L’accertamento tramite “palloncino” è utile nei casi di valutazioni immediate, dato che l’emivita dell’alcol è molto breve.
La diagnostica alcologica prevede invece la valutazione di una serie di markers :
GGT,MCV,AST,ALT CDT.
Tra questi la più recente è la CDT (Carbohydrate Deficent Transferrin), che aumenta nel sangue in assuntori cronici di alcol. Il consumo di una quantità > 50-80 g/die per almeno una settimana comporta valori di CDT alterati. L’astinenza da alcol per un periodo di almeno 14 giorni è sufficiente per riportare i livelli di CDT nella norma.
L’utilità di questo test è indubbia, in tutti i casi in cui esista la necessità di verificare una situazione di abuso alcolico cronico pregresso, riguardanti situazioni medico-legali, per il rilascio di patenti guida, per l’individuazione di forti bevitori allo scopo di ricercare nell’alcol la causa di una determinata malattia, ed infine nel follow-up e monitoraggio di variazioni del consumo di alcol nel caso di etilisti cronici in trattamento di dissuassefazione.