(Santa Messa del Donatore ricorrenza Trentennale Fondazione Avis Comunale Soverato - 01.12.2012-)
Omelia di Don Lindo Formato, Salesiano Sacerdote, cofondatore Avis Comunale Soverato
1° Avvento. C
“Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti. Come avete imparato il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù” (cfr 1Ts.3,12;4,1.2).
Paolo, nella lettera ai fedeli di Tessalonica descrive una modalità di comportamento del vero credente, partendo dalla sua esperienza di incontro con Gesù; fa capire che la vera chiamata del cristiano è diventare suo apostolo, un fedele, missionario, promotore, divulgatore.
Perfetto imitatore di Cristo, l’apostolo svolge un servizio, pronto a dare la vita per i suoi cristiani. La comunità è il luogo dove l’esperienza di Dio e l’esperienza della fraternità determinano e plasmano il modo di agire, di vivere, di relazionarsi reciprocamente, in un’atmosfera di famiglia.
Emerge la figura di Paolo afferrato dall’attenzione e dalla cura nei confronti della comunità di Tessalonica appena formata, la sua gioia non consiste nella soddisfazione umana che porta ad un certo successo, ma nel fatto che i credenti della città hanno incontrato il vero Dio, la cui Parola dà un senso pieno alla loro vita.
L’apostolo elogia la comunità, perché il loro esempio costituisce un formidabile veicolo alla diffusione della fede in Gesù. L’esempio vivo di una comunità credente vale più di molte parole. L’apostolo invita ad amare e ad essere anche modelli concreti negli ambienti in cui vive.
Volendo parafrasare questo brano di san Paolo, richiamo alcuni punti di riferimento che nel lontano agosto 1986 ho lasciato a questa Comunità parrocchiale: Conserva e fa crescere ciò che di buono hai visto e sentito. Sii pronto alla misericordia; sii caldo nell’accoglienza; sii in tutto cordiale.
Aggiungo, per la specificità dell’Associazione, che l’impegno che viene profuso sia sempre caratterizzato dal senso pieno del servizio disinteressato e gratuito. Non è facile essere convinti di questo, non è semplice mostrare con la vita questo atteggiamento.
L’evangelista Luca stigmatizza questa modalità e stile di vita con un versetto che deve far pensare: “quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (cfr. Lc. 17,10).
RELAZIONE DEL PRESIDENTE 1 DICEMBRE 2012-
A nome del Consiglio Direttivo che ho l’onore di presiedere porgo un cordiale saluto e il più sentito ringraziamento per essere presenti alla Festa del trentennale della nostra Comunale, alle autorità Civili, Religiose e Militari, alle donatrici e ai donatori.
Prima di iniziare i nostri festeggiamenti, Vi invito ad osservare un minuto di silenzio in memoria della nostra cara Presidente Onoraria Maria Antonietta Macrina, esempio di attenzione e dedizione agli altri, scomparsa lo scorso anno, e di tutti i Donatori che non sono più tra noi.
TRENT’ANNI AL SERVIZIO DELLA VITA. È lo slogan che campeggia sulla locandina commemorativa del nostro trentennale che ben rappresenta l’impegno costante profuso nella diffusione della cultura della donazione del sangue, del far volontariato in silenzio, attivamente e nel pieno rispetto dell’altro-il malato-.
Le 40 persone che trent’anni fa si radunarono nei locali parrocchiali, in un periodo che si caratterizzava per la scarsa reperibilità del sangue in loco e presso gli Ospedali di Catanzaro, e per l’ insano e innaturale commercio che scaturiva dall’importazione di sangue con pregiudizio della stessa salute degli ammalati, sia pure animati da tanta fantasia e immaginazione, queste meravigliose persone, non potevano concepire quale forza di realizzazione avrebbe avuto quel sogno che le aveva portate lì, il sogno di creare una rete di solidarietà che muovesse da un gesto piccolo, umile e concreto: il dono di parte del proprio sangue a favore di chi ne ha bisogno.
E sono stati anche lungimiranti nell’aver concepito fondamentale e importante che anche a Soverato fosse l’Avis, come avveniva ormai da 55 anni in Italia, a promuovere la diffusione della cultura della donazione e della raccolta del sangue come gesto gratuito d’amore e di solidarietà civile.
Era il 5 febbbraio1982 e anche a Soverato nasceva l’Avis grazie alla volontà di un gruppo di pionieri ed alla sensibilità del compianto Dott. Raffaele Notarangelo.
L’anno successivo, nel 1983, si stipulava una convenzione economica-sanitaria con l’ASL n. 20 di Soverato, la prima in Calabria: in tal modo si garantiva all’Ospedale di Soverato il sangue occorrente per gli interventi chirurgici e di primo soccorso.
Un’altra persona ha un ruolo fondamentale nella storia della nostra Avis, leggo da una nota della Presidente Maria Antonietta Macrina “I primi anni della nostra vita avisina non sono stati facili: abbiamo dovuto superare diffidenze e ostacoli di varia natura… dobbiamo però dire che sul nostro cammino abbiamo incontrato un’altra persona stupenda la dott.ssa Galiano, allora primario al Centro Trasfusionale di Catanzaro. Si istaurò una fattiva collaborazione con il suddetto Centro che accolse la nostra iniziativa di effettuare le donazioni di sangue non presso lo stesso Centro Trasfusionale, ma sul territorio di competenza di Soverato, con unità mobile di raccolta”.
E' doveroso sottolineare che le attività di raccolta sangue, a cura di volontari soveratesi, sul territorio del comprensorio, sono antecedenti alla stessa costituzione della nostra Avis Comunale. Grazie alla preziosa collaborazione dell' Avis Comunale di Reggio Calabria, che ha avuto una parte attiva nella fondazione dell’’Avis di Soverato, si disponeva dell’Automoteca , un automezzo che consentiva di girare nei Comuni del comprensorio sensibilizzando le popolazioni alla donazione e raccogliendo il sangue.
Nel 1982 erano poche le sezioni Comunali Avis attive nella nostra Regione, soltanto a tre nell’allora provincia di Catanzato: Crotone, Vibo Valenzia e Soverato.
L’azione di sensibilizzazione degli avisini soveratesi è sta la spinta propulsiva per la nascita di diverse altre benemerite consorelle comunali del nostro comprensorio( Chiaravalle C.le -1992-, Montepaone/Montauro -1992-, Petrizzi -1993-, Girifalco -1994-, Squillace -1994-, Badolato -1995-, Guardavalle -1999-, Gasperina -1999-). Che contribuiranno, assieme alla ben organizzata Avis Provinciale di Catanzaro, a far raggiungere nel 2003, e mantenere negli anni successivi, alla nostra Calabria l’autosufficienza di sangue.
L’Avis di Soverato, che sarà intestata alla compianta cofondatrice Rossella Anastasio, fin dalle origine, è stata attenta non solo alla crescita esterna della nostra Avis ma anche alla formazione di una classe dirigente motivata e responsabile. Gli incontri del Consiglio Direttivo rappresentarono l’occasione propizia per fare comunità e formazione. Una prassi consolidata e favorita dalla circostanza che agli albori avvenivano in casa della Presidente Maria Antonietta Macrina sempre ospitale, disponibile ed entusiasta da contagiare tutti i partecipanti.
I donatori aumentavano, l’autoemoteca ormai non era più sufficiente, c’era l’esigenza di disporre di un ambiente chiuso ove allestire una sala prelievi e dei locali per la sede sociale, luogo fisico visibile non solo per i componenti del Consiglio Direttivo, ma per tutti i soci donatori e sostenitori.
Ci venne incontro l’allora USL assegnandoci una stanza al Terzo Piano di un immobile sito in Via Giordano Bruno. Così abbiamo avuto la nostra prima sede, un momento importante per l’Associazione e altamente gratificante. Poteva indurre ad una pausa, invece ha dato consapevolezza dei propri mezzi e rappresentato la spinta propulsiva per fare meglio e di più.
Nei nuovi locali si predisposero progetti vari per il coinvolgimento degli enti locali, associazioni e istituzioni, si concepirono nuove e varie attività di divulgazione dell’Avis, del dono in generale e del sangue in particolare, di promozione della cultura della salute e della solidarietà.
La “Festa della Primavera” ha rappresentato per diversi anni un momento di verifica, di promozione e di coinvolgimento dei donatori e della società civile.
l’Avis Comunale Soverato “Rossella Anastasio” è stata sempre e rimane disponibile a forme di collaborazione con persone, Associazioni, Enti e Istituzioni che si impegnano a sviluppare fortemente l’interesse della collettività ai temi della solidarietà come valore civico e favorire l’acquisizione di abilità e competenze perché si possa decidere autonomamente in libertà e assumere le proprie responsabilità anche verso temi di rilevanza sociale come la donazione di sangue.
Nascono su questi presupposti diverse preziose collaborazioni:
Con le parrocchie, i cui locali sono stati e in alcuni casi restano ancora, punti di raccolta.
Con le Amministrazione Comunali- quella di Soverato e Satriano dedicheranno una via cittadina “ai Donatori di sangue”, con le Pro-loco, con altre Associazioni culturali: A Ruga e Davoli- Gruppo Incontro Biblioteca Davoli- ASCA(Associazione della Cultura e dell’Arte Soverato); con il Lions Club di Soverato che nel 1993 si rende promotore di una sottoscrizione per l’acquisto di un’ambulanza.
Con l’Arma dei Carabinieri nei locali della cui compagnia è orma tradizione organizzare più volte all’anno giornate di raccolta aperte anche ai civili oltre che agli altri agenti delle Forze Armate, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza.
Con le Scuole in cui da numerosi anni ( -Istituto Tecnico Superiore “Giovanni Malafarina” e’Istituto Alberghiero di Soverato- ) ci viene consentito di dialogare con gli studenti sui temi della solidarietà, della donazione del sangue e della cittadinanza attiva e responsabile, una prassi iniziata dallo scoro anno anche nel Liceo Scientifico, nell’Istituto Tecnico Commerciale e nell’Istituto Comprensivo Soverato 1 di Via Olimpia.
Non è mancata la generosità di privati che hanno messo a nostra disposizione proprie strutture ove ubicare temporanei punti di raccolta: Dr. Antonio Matozzo e dr. Sergio Rispoli.
OGGI l’Avis Comunale Soverato “Rossella Anastasio” svolge la sua attività sociale sul territorio dei quattro comuni di Soverato-Satriano-San Sostene e Davoli nell’ambito di una popolazione di circa 20.000 abitanti.
I nostri donatori sono 665 di cui 211 donne e 454 uomini. I soci tesserati sono 467 e i soci collaboratori sono 5 .
11 sono i componenti del Consiglio Direttivo.
La raccolta a fine 2011 è stata di 1.062 unità di sangue, un lusinghiero risultato che andremo a replicare anche nel corrente anno essendo la raccolta già attestata a quota 1.110 unita.
Ciò ci rafforza nel convincimento che la politica di promulgazione del dono del sangue finora svolta va nella giusta direzione. Siamo altresì consapevole che molto probabilmente questo in futuro prossimo, che è domani, non basta più.
Entro il 2014 tutti i punti di raccolta sangue dovranno essere adeguati alla nuova normativa sui requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per le attività trasfusionali. Stiamo sbarcando in un mondo che cambierà il modo della raccolta del sangue, cambiamenti, conseguenza dell’applicazione di norme comunitarie e nazionali, adottati, è bene ribadirlo, a garanzia esclusivamente del donatore, della qualità del sangue e quindi del ricevente.
Questo nuovo approccio alla donazione che auspichiamo possa ottenere la più vasta condivisione dei donatori, potrà costituire l’occasione per favorire, in una auspicata riorganizzazione del sistema sanitario e quindi trasfusionale calabrese, la cultura della donazione in aferesi, meno invasiva, mirata ed intelligente che contribuirà al perseguimento dell’importante e fondamentale obbiettivo: l’autosufficienza di plasma.
In questo contesto stiamo verificando, assieme alle Istituzioni locali, quali concrete possibilità abbiamo di realizzare una sede sociale conforme ai dettami normativi che, promuovendo più efficacemente l’immagine dell’Avis sul territorio, sia riferimento non solo del donatore ma di tutta la popolazione che vive nel nostro ambito operativo e di cui interpreta le necessità.
Concludendo rinnovo il mio grazie ai soci fondatori per la felice intuizione di affidare all’Avis la funzione di promulgazione della cultura della donazione e della raccolta sangue e ai tanti generosi donatori che hanno aderito in questi trent’anni e che hanno reso possibile un miracolo d’amore: la raccolta anonima, associata, periodica e gratuita, di migliaia di sacche di sangue che hanno alleviato tante sofferenze e salvato vite umane.
Rocco Chiaravalloti
Presidente Avis Comunale “Rossella Anastasio” Soverato
contributo del nostro socio donatore, prof. Ulderico Nisticò- letterato e storico – redatto in occasione della festa del trentennale di fondazione della Comunale Avis Soverato (1-12-2012)
Mentre l’AVIS radunava volontari e raccoglieva sacche, a Soverato succedevano molte cose di diversa natura e diverso esito.
Negli anni 1980 l’impianto urbano della città si espandeva rapidamente. Nascevano: la zona detta allora 167, oggi comunemente via Amirante o cooperative; la Panoramica, che, concepita come zona residenziale di lusso,
diventò presto solo residenziale; la Cuturella e via Trento e Trieste; Turrati; mentre a Soverato Superiore si costruiva e verso il monte e verso il mare, ma sempre ai limiti della collina. Che la crescita topografica e demografica sia stata anche economica e sociale, chi scrive pensa il contrario: ma è un altro discorso. Il fervore di costruzioni e di trasferimento dai paesi interni verso Soverato venne a scemare già prima della fine del secolo scorso, e oggi può dirsi cessato. Si devono constatare anche esodi da Soverato verso centri costieri confinanti.
Veniva meno l’antico sistema dei commerci all’ingrosso, che aveva fatto la fortuna della Soverato ottocentesca e della prima metà del Novecento; e cresceva, anche eccessivamente, il numero degli esercizi al dettaglio. Si aprivano molti nuovi ristoranti e stabilimenti balneari; al contrario, e pessimo segno, molti alberghi venivano chiusi o trasformati in condomini. Si completava il sistema scolastico statale con Liceo Scientifico, Istituto Commerciale, Istituto Geometri, Alberghiero, non senza qualche problema logistico. Continuava la lunga storia del Liceo Classico salesiano; adeguandosi alle riorganizzazioni nazionali, l’Istituto Magistrale delle Suore salesiane si ristrutturava in corsi di Liceo pedagogico. Ebbero vita anche una Scuola per assistenti sociali, un Liceo linguistico e un Istituto per recupero anni scolastici.
Era un tempo in cui in Italia cresceva tutto il terziario possibile. Ecco a Soverato, dopo lunghissima attesa, il Presidio Ospedaliero, con Unità Sanitaria Locale e vari servizi sanitari; uffici pubblici finanziari e territoriali; le stazioni di Carabinieri e Finanza divennero rispettivamente Compagnia e Tenenza; seguiranno un Comando di Guardia Costiera, una delegazione di Polizia Stradale e un distaccamento di Vigili del fuoco.
Restava insoddisfatto il desiderio di sedi giudiziarie. In tempi più recenti, anche Soverato ha subito delle riduzioni di uffici e autonomie. Mentre si rinunciava alle Terme, distrutte dalla mareggiata e i resti rimossi, e ad altri progetti di troppo largo respiro, sorgevano il Teatro comunale, l’Acquario, la Villa comunale e il Giardino botanico.
Le scuole e gli uffici e servizi, molti presenti solo in Soverato, ne fanno una città di flussi e punto di riferimento di un vasto comprensorio dalle porte di Catanzaro al Basso Ionio, a più tratti della provincia di Reggio C. e di quella, istituita nel 1992, di Vibo V.
Irrisolto, rispetto a questa funzione, è il problema delle vie di comunicazione. La ferrovia ionica, giunta a Soverato nel 1875, subisce continue diminuzioni di traffico; l’ammodernamento della statale 106, quasi solo nominalmente detta E90, è poco più di una promessa, realizzatasi solo una bretella a monte della città; ed è lontana la Trasversale delle Serre.I trasporti marittimi, origine stessa dello sviluppo soveratese, sono un ricordo di belle fotografie.
L’informazione, pur con alterne vicende, è affidata a riviste locali, radio ed emittenti televisive. Sono stati pubblicati molti libri sulla storia di Soverato o su singoli argomenti cittadini.
Negli anni 1980 c’era ancora la Prima repubblica nel pieno della partitocrazia. Dal 1975 la vita politica comunale venne segnata da una dialettica tra democristiani e socialisti, con il sostegno precario di altri partiti e un rapporto ambivalente con i comunisti; unica opposizione, i missini, ma non senza tentazioni collaborazionistiche! Difficile seguire il turbinio di maggioranze e crisi periodiche e di fatto programmate, e qui ricordiamo i sindaci, a loro volta spesso presenze fugaci: 1979-82, Sandro Nisticò (Psi); 1982-83 Domenico Giorla (Dc); ancora Antonino Calabretta; 1985-88 Francesco Tiani (Dc); 1988-89, Antonio Caminiti (Dc); 1989-91 Giuseppe Gualtieri (Dc); 1991-93 Gerardo Pagano (Dc). Nel tempo della più o meno genuina Seconda repubblica, dal 1993 al 2001, Gianni Calabretta con il movimento composito Pedalando Volare; seguì Raffaele Mancini di centrodestra; e, dal 2011, è sindaco Leonardo Taverniti. Il quadro politico soveratese si è stabilizzato sul centrodestra come oggi s’intende. Secondo una cattiva tradizione, la città non riesce a esprimere una rappresentanza politica nazionale, e nemmeno un consigliere regionale, e il suo peso politico in Calabria è nettamente inferiore a quello economico e demografico.
Città in gran parte nuova, Soverato è priva di aggregazioni naturali e di parentele; nascono perciò le molte associazioni culturali e di volontariato, che, con diverse vocazioni e valenze, consentono incontri periodici e collaborazioni: l’AVIS è una di queste, e meritano ricordo anche Afadi, Banda Musicale, Biblioteca delle donne, Croce Rossa, Exallievi salesiani, Exallievi M. Ausiliatrice, Fidapa, Grillo, Lions, Misericordia, Mogli Medici, Proloco, Rotary, San Gerardo, Soroptmist, Unitalsi, Università Terza Età. Più recentemente hanno avuto vita i Quartieri.Molte e vivaci le manifestazioni culturali e di incontro: Carnevale, Convegni e conferenze, Feste religiose con programmi civili, Festival Magna Grecia, Giochi di Eutimo, Grandiosi spettacoli di teatro all’aperto (Resurrexit, Eutimo… ), Lunedì culturali, Presentazioni di libri, Sagre popolari, Stagioni teatrali del Comunale e del Grillo… Lo sport vedeva l’ascesa della Squadra di pallavolo in A2 e buon successo del calcio e altre discipline.
La Parrocchia di Soverato Marina, affidata dal 1941 ai Salesiani, costituisce con l’Oratorio un punto di riferimento anche sociale. La reggono, nel periodo considerato, i parroci don Alfonso Alfano, don Lindo Formato, don Luigi Benvegna, don Peppino Resta, don Rosario Adamo, don Italo Sammarro, don Tobia Carotenuto. Sono stati arcipreti di Soverato Superiore don Giorgio Pascolo, don Vincenzino Raspa, don Peppino Zoccali e nuovamente
don Pascolo.
Non sempre le vicende cittadine sono state liete. L’anno 2000 sarà ricordato per un evento naturale di nubifragio che, non senza responsabilità umane e di illegalità e di superficialità, causò tredici morti. Negli ultimi trent’anni la sociologia cittadina ha subito mutamenti che è bene considerare: prevale e cresce un ceto impiegatizio, di cui sono andati diminuendo negli anni il reddito relativo e lo stesso numero per effetto di pensionamenti e mancate sostituzioni. Il contesto produttivo non pare ai giovani aprire molte prospettive.
Pur con queste contraddizioni, Soverato resta la terza città della Provincia di Catanzaro, e ha in sé le energie morali e culturali per recuperare qualche passo indietro e tornare ad avanzare. Le associazioni di volontariato sono una delle sue più produttive energie.
Ulderico Nisticò
